Essere un buon padre

Per essere un buon padre bisogna fare attenzione a moltissimi fattori, che influenzeranno direttamente la vostra vita e quella del neonato.
Essere un buon padre

Essere un buon padre non è impresa semplice, se non altro perché le variabili che entrano in gioco sono numerosissime e non solo imprevedibili, ma anche estremamente personali, legate al nucleo familiare ristretto costituito da mamma, papà e bambino e a quello allargato cui si aggiungono nonni, zii e cugini. Anche l’età è un fattore determinante: essere un buon padre durante la gravidanza richiede sforzi diversi rispetto a quando il bambino ha tre mesi, tre anni o tredici.

In generale, si può sperare di gestire bene la propria paternità quando si riesce a dedicare al figlio e alla madre del tempo di qualità, trasmettendo alla propria compagna un senso di sicurezza, di sostegno, e al piccolo la consapevolezza di essere amato, desiderato e accettato.

Per esempio, quando la vostra partner vi dice di avere scoperto di essere incinta, che fosse atteso o meno, gioitene con lei e rassicuratela sul fatto che andrà tutto bene perché insieme farete del vostro meglio. Infatti, il primo passo per essere un buon padre è evitare di creare tensioni in famiglia. Pare che i feti umani, già formati intorno al sessantesimo giorno dal concepimento, siano in grado di percepire lo stato d’animo della madre, che influisce sul nascituro (qui un link in merito).

  1. Durante la gravidanza
    Pur non avendo probabilmente il tempo di essere presenti a ogni visita, ricordatevi quando sono gli appuntamenti, confortatela e informatevi sugli esiti, senza ansia, ma dimostrando vivo interesse e supporto. Poi, se qualche volta riuscite ad andare con lei, sarà una grande emozione anche per voi vedere il vostro piccolo.
  2. Una volta nato il rampollo
    Dovrete essere preparati a mesi e mesi di stanchezza, pianti, pannolini, spese vertiginose, coliche, bagnetti, pappine, tiralatte, passeggini e dentini in crescita, insomma tutto il pacchetto dell’essere neogenitori, non facile, ma prevedibile e che verrà ripagato da ogni sguardo, ogni sorriso e ogni abbraccio del piccino. Alternate le poppate con la vostra partner anche se il giorno dopo lavorerete, e mentre gli date il biberon sussurrate parole dolci e gentili, non fatelo sentire un peso lamentandovi, i neonati avvertono le emozioni di chi li circonda e ne sono influenzati.
  3. Man mano che vostro figlio crescerà, condividete con lui tutto tempo che potete
    Questo sia in compagnia della mamma, sia voi due da soli per formare anche un rapporto indipendente dall’altro genitore. Usate questi momenti per conoscere il vostro bambino, per farlo sentire sicuro del vostro affetto e per insegnargli le prime cose utili. Sviluppando la propria personalità diventerà via via sempre più indipendente, portandosi dentro alcuni tratti dei genitori, ma manifestando anche caratteristiche del tutto personali che dovrete incoraggiare e accettare, cercando di essere sempre un sostegno, consigliandolo, ma lasciandolo libero di scegliere e di chiedere il vostro aiuto. Qualunque siano le differenze tra voi non fatelo mai sentire rifiutato o di peso. Comunicate con lui per capire il suo punto di vista e per esporgli il vostro.

Fate in modo che il vostro rapporto segua le vostre evoluzioni individuali mantenendo sempre un contatto tra voi: fiducia, comprensione e amore vi guideranno.

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