Punto G e clitoride, guida alla stimolazione pratica orientata all’orgasmo

Chiacchieratissimo e ricercatissimo, è il punto G della donna.
C’è chi dice di averlo scoperto sin dai primi rapporti e chi invece sperimenta e si applica costantemente per trovarlo.

Perché si chiama punto G e dove si trova?

Il suo nome deriva dal ginecologo Gräfenberg, ritenuto in maniera erronea lo scopritore di questo punto particolarmente sensibile all’interno del corpo della donna.
La collocazione del punto G è sita nella parete anteriore della vagina dell’essere umano femminile e secondo alcuni studiosi, anche di altri animali di sesso femminile.

In linea generale, nel corpo del genere umano femminile per individuarlo basta introdurre il dito medio nella vagina, premendo verso la parte più alta del condotto.
Se vogliamo fare riferimenti a misure, il punto G è collocato a circa 5-7 centimetri dall’apertura della vagina.
La stimolazione di questa zona crea inizialmente una sensazione di solletico, che dopo poco si tramuta in piacere ed in alcuni casi, in orgasmo.
La delicatezza di questa zona è data da un superficie composta da una mucosa compatta, leggermente liscia, rugosa e irrorata di numerosi vasi sanguigni.

Falsi miti sul punto G

Uno dei falsi miti più comuni è quello dato dal confondere il clitoride con il punto G.
Ebbene no, in questo caso facciamo riferimento a due parti ben distinte del corpo umano femminile.
Il piacere provocato dal punto G si dice essere più intenso e diffuso a differenza di quello causato dal clitoride, esplosivo ma ben delimitato sulla zona interessata.

Altro falso mito è quello collegato alla lunghezza del pene.
Se si pensa che basta un dito medio della donna per sollecitare il punto G ed esplodere di piacere, sarà banale dire che le dimensioni del pene contano il giusto.
Ricordiamo infatti, come indicato poco sopra, che il punto G è collocato a pochi centimetri dall’apertura della vagina e che per stimolarlo non è necessario nemmeno intervenire con un grosso diametro.

Alcune informazioni false inoltre roteano intorno alla credenza che punto G debba essere semplicemente “premuto” proprio come fosse un pulsante e non stuzzicato, solleticato e accarezzato come dovrebbe essere.
Inoltre non è vero che la sua sensibilità provoca piacere estremo a tutte le donne.
Ogni persona è a se e la stimolazione del punto G potrebbe essere per qualche donna insoddisfacente e in alcuni casi fastidiosa.

Come avviene la stimolazione del punto G?

La stimolazione del punto G può avvenire in svariati modi, in autonomia o in coppia.
Anche la semplice masturbazione permette alla donna di entrare in pieno contatto con se stessa, scoprendo così il proprio organo con le mani e perché no… Anche il punto G!
Se invece si desidera essere aiutate dal partner, è possibile utilizzare le sue mani, dei sexy toys leggermente ricurvi oppure eseguire delle posizioni sessuali che favoriscono il piacere, come l’amazzone, con schiena inclinata all’indietro, la penetrazione da dietro oppure in piedi.
Queste posizioni infatti permettono al pene di assumere delle proiezioni capaci di stuzzicare la zona del punto G.

Quello che ci sentiamo di consigliare, nella ricerca del punto G e della sua stimolazione, è di non partire mentalizzati su un successo certo.
Il piacere, in solitaria o in coppia, è sempre il frutto di una profonda conoscenza di se stessi e/o del partner.
Concedersi il giusto tempo, non avere aspettative, permetterà sicuramente alla donna di rilassarsi e vivere certamente un’esperienza sessuale profonda e soddisfacente.

Insomma, in ogni caso… Sperimentare è la chiave del successo!
Non avere paura di essere curiosi e rispondere ai propri istinti è uno dei piaceri più belli e veri della vita.

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