{"id":334,"date":"2019-06-04T12:37:07","date_gmt":"2019-06-04T12:37:07","guid":{"rendered":"https:\/\/farecoppia.it\/?p=334"},"modified":"2019-06-04T12:37:07","modified_gmt":"2019-06-04T12:37:07","slug":"e-se-il-vostro-uomo-soffrisse-della-sindrome-di-peter-pan","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/farecoppia.it\/e-se-il-vostro-uomo-soffrisse-della-sindrome-di-peter-pan\/","title":{"rendered":"E se il vostro uomo soffrisse della sindrome di Peter Pan?"},"content":{"rendered":"
Quando incontrate “Peter Pan”, vi fa girare la testa; \u00e8 pieno di energia e vitalit\u00e0<\/strong>, ha sempre nuove idee e proposte, fa tutto e il contrario di tutto, ed \u00e8 coinvolgente. Una ventata d’aria fresca.<\/p>\n “Allora? Ti \u00e8 piaciuta la giornata?<\/em>“, chiede Peter.<\/p>\n “S\u00ec, s\u00ec! Il bunging jumping e poi quell’agriturismo… davvero entusiasmante!<\/em>”<\/p>\n “Bene, benissimo!”, sorride, “Ora che facciamo? Passiamo da quel nuovo pub che fa i cocktail flamb\u00e8?<\/em>“, propone indefesso.<\/p>\n “Ah… magari un’altra volta, la giornata \u00e8 stata lunga, sai, quattro ore di macchina… sono le due e un quarto… e domani devo alzarmi presto…<\/em>”<\/p>\n “Uffa… e daaaiii, non puoi lasciare perdere tutto? Ci stiamo divertendo<\/em>” dice imbronciato.<\/p>\n “No, no, davvero , grazie<\/em>\u201d.<\/p>\n Arrivate a casa col fiatone, certo, siete felici perch\u00e9 vi ha portato sull’Isola che non c’\u00e8, ma rimettere piede a terra \u00e8 un trauma, e bisogna farlo. Ecco, lui cose come la mediocrit\u00e0 piccolo borghese di routine, impegni e scadenze, proprio li capisce. \u00c8 aria, non ha forma n\u00e9 direzione, \u00e8 inafferrabile… e un po’ inaffidabile.<\/em><\/p>\n Sei mesi dopo, ore 11:03, squilla il telefono: “Fhrontho?<\/em>”<\/p>\n “Peter?<\/em>”<\/p>\n “Sh\u00ec, sh\u00ec… scusa, stavo mangiando…<\/em>”<\/p>\n “Stavi… mangiando?! Peter, dovevi essere qui mezz’ora fa per andare alla comunione della figlia della sorella del marito di mia cugina!<\/em>”<\/p>\n “S\u00ec, s\u00ec, lo so, lo so. Sono pronto, prendo le chiavi e sono da te<\/em>“, e annaspa, cercando di scollarsi dal divano, salva la partita e si pietrifica, valutando il da farsi: doccia? \u00c8 tardissimo, ne far\u00f2 a meno; vestiti? “Mamma, \u00e8 pulita la camicia grigia?<\/em>“.<\/p>\n Ore 11:47 in chiesa, lui \u00e8 a disagio, ad ogni parente presentato sta peggio, un topo in trappola.<\/p>\n “Adesso possiamo andare?<\/em>”<\/p>\n “Ma no! Adesso c’\u00e8 il rinfresco<\/em>”<\/p>\n “Oddio… ma non si pu\u00f2 saltare? Dai, dai, andiamo a fare un giro, c’\u00e8 un nuovo…<\/em>”<\/p>\n “Peter! Per piacere!<\/em>”<\/p>\n “Io non ci volevo venire, mi hai obbligato, ecco<\/em>”<\/p>\n L’idea di essere di qualcuno e di definirsi lo soffoca, vuole essere libero. Allora pesta i piedi e scappa; si rivela un bambinetto capriccioso ed egocentrico. Perci\u00f2 o vi preparate al rovinoso, ma liberatorio tonfo con relativa lussazione del coccige, o cominciate a fargli da mamma, la sua Wendy.<\/p>\n Ma cosa non va in lui?<\/p>\n Peter \u00e8 infastidito dalle responsabilit\u00e0 e dai problemi da adulti.<\/strong> Li ignora perch\u00e9 spariscano e pensa che siano gli altri a crearli, forzandolo a fare ci\u00f2 che non vuole, aspettandosi da lui addirittura della maturit\u00e0. Se cercate di afferrarlo, \u00e8 finita, kaputt, game over.<\/p>\n Mammina glielo diceva sempre che non doveva preoccuparsi di niente perch\u00e9 avrebbe pensato a tutto lei. Perci\u00f2:<\/p>\n Crescer\u00e0?<\/p>\n Dovrebbe scontrarsi con la realt\u00e0, responsabilizzarsi, superare la paura del dolore: un sacco di cose. Cose noiose, Peter ha sicuramente di meglio da fare.<\/p>\n Dovrebbe imparare ad amare. Peter non sa amare, perch\u00e9 da un lato lo costringerebbe ad accettare i suoi limiti (ma scherziamo?!); dall’altro un rapporto vero potrebbe farlo soffrire (e a che pro?).<\/p>\n Crede che l’amore gli sia dovuto, che sia incondizionato, come quello della mamma<\/strong>; non gli passa per l’anticamera del cervello che amare significa anche aprirsi e dare se stesso. I nodi vengono al pettine, lui non sa chi \u00e8 davvero.<\/p>\n S’illude di potere ancora diventare chiunque lui voglia (l’astronauta, l’archeologo, Batman), desidera essere unico, quindi cerca mille e mille nuove esperienze che lo rendano speciale, ma cos\u00ec frammenta la sua personalit\u00e0 e non ha una individualit\u00e0 definita. Peter non pu\u00f2 concedersi a nessuno perch\u00e9 non \u00e8 nessuno, non ha un “Io” da donare all’altro, se non l’immagine idealizzata che ha di s\u00e9. E quella pu\u00f2 anche tenersela, no?<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" La sindrome di Peter Pan non permette in alcun modo al vostro partner di maturare ed essere indipendente da voi.<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":335,"comment_status":"closed","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"_monsterinsights_skip_tracking":false,"_monsterinsights_sitenote_active":false,"_monsterinsights_sitenote_note":"","_monsterinsights_sitenote_category":0,"footnotes":""},"categories":[4],"tags":[],"yoast_head":"\nPrimo esempio<\/h3>\n
Secondo esempio<\/h3>\n
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